Silvestre Cuffaro
Silvestre Cuffaro fu un importante personaggio bagherese particolarmente riconosciuto per le sue doti di scultore, prima si diplomò all’istituto delle belle arti di Palermo e poi a Roma, alla scuola dell’arte della medaglia. Diventò inseguito sindaco di Bagheria istituendo la biblioteca comunale.
Il personaggio e Bagheria. Cuffaro fu sindaco di Bagheria tra il 1952 e il 1957. Nel 1953 realizzò Il Monumento in onore di Ciro Scianna a cui fu dedicata anche una scuola.
Biografia di Silvestre Cuffaro
Nasce nel 1904 a Palermo, capitale della Sicilia. La sua passione per l’arte e la scultura lo porta a laurearsi presso l’istituto delle belle arti di Palermo.Si sposò con la pittrice Pina Cali’ che insieme a lui condivideva la passione per l’arte. Partecipò a numerosi concorsi tenuti a Palermo, a Roma, e a Firenze.
Nel 1929 vince un concorso nazionale situato a Chieti con un busto bronzeo.
Nel 1932 vince un concorso svolto a Catania con l’opera Monumento del Cardinale.
Alla morte di Pina Calì avvenuta nel 1949 si sposa con Maria Mazzino. Partecipa a molti concorsi, e mostre tra cui una nel 1954: Mostra degli artisti siciliani all’estero, e produce monumenti su personaggi famosi tra cui Ciro Scianna. Muore a Santa Flavia in provincia di Palermo negli ultimi anni del novecento (1975).
Opere di Silvestre Cuffaro
Alcune delle sue opere più famose sono:
Alcuni bassorilievi laterali del Monumento ad Anita Garibaldi sul Gianicolo;
il Monumento al senatore Giuseppe Cirincione sito a Bagheria (1953);
a Firenze espone l'opera Donna al sole; l'opera Il cane, il lupo e l'agnello che si trova a Palermo nel palazzo dei normanni.
Realizza a Palermo l'altorilievo Federico II e la sua corte (1951).
Partecipò a numerosi concorsi tenuti a Palermo, a Roma, e a Firenze.
Silvestre Cuffaro e Guttuso.
Renato Guttuso nel 1932 annuncia la sua critica verso Silvestre Cuffaro, dicendo che: oltre al verismo fotografico e obiettivo, con crudezza primitiva, il nostro autore produce opere, che sono basate sul verismo, pienamente moderne. Il borghese, assomma masse ritmi di volumi e volumi, con processi di eliminazione delle forme ridotte alla loro pura esistenza, come se facesse parlare le sue sculture , infine un linguaggio "mistico" sottolinea l'anima e lo spirito , del borghese, alla ricerca di liberazione.