Mobilità e Scambi Comunitari per formarsi ed evolversi.
"Cu nesci arrinesci" Si sa, è un vecchio proverbio che sintetizza il fatto che i siciliani che partono, che lasciano la Sicilia per stabilirsi altrove riescono a realizzarsi lasciando quest'isola piena di problemi e compromessi da accettare. Anch'io ho seguito questo proverbio, forte della mia competenza data dalla laurea in lingue moderne avendo di contro soltanto una scarsa predisposizione al lavoro manuale, sintomo dei tempi e del lavoro teorico. Così cominciai a girovagare per l'Europa con i progetti di mobilità e le opportunità date da borse di studio e vari programmi di mobilità studentesca.
In questo modo avrei finalmente messo in pratica tutto il sapere teorico degli anni di studio universitario Al di là della questione lavorativa, c'era solo il desiderio di aprirmi nuove vie, esplorare nuove opportunità piuttosto del solito accontentarmi qui e tirare a campare. Ero "uscito" ma non avevo fatto i conti con i tempi precari e con i contratti a progetto che sono una realtà anche all'estero. Ad un certo punto, avevo anche pensato di accettare degli stage non retribuiti, realtà preoccupante in Belgio e Inghilterra, dove la concorrenza è più spietata e solo i migliori riescono ad aprirsi la strada, ma le ristrettezze economiche mi impedirono questo passo troppo rischioso e poco appagante, di contro, c'erano opportunità più interessanti e stimolanti verso oriente. Così colsi l'ennesima occasione di mobilità nei paesi dell'est europeo dove il costo della vita è più abbordabile e le multinazionali assicurano buoni lavori anche nei call center.
L'obiettivo di quei tempi non era tanto il lavoro quanto l'essere in mobilità ed aprirsi al nuovo senza paura di sbagliare.
Provare nuove opportunità pur sapendo che sarebbero durate poco. Mi ritrovai, dopo alcuni anni di stage all'estero e corsi di formazione, a recarmi in Germania dove cominciai a entrare in contatto con varie associazioni e fondazioni europee che promuovono progetti di mobilità e formazione. Così, mentre discutevo con il presidente di un'associazione inglese per un possibile periodo di praticantato nella sua associazione, lui mi guardò fisso negli occhi e mi disse: "Tu sei quel genere di persona che può avere il coraggio di portare idee nuove e cambiare la testa degli altri. Io non posso darti il lavoro della vita, ma posso aiutarti a costruirtelo tornando nella tua realtà, forte delle tue esperienze portando un nuovo modo di essere internazionali".
Ebbi un'idea che cullavo da tempo, portare l'esperienza nella mia città: portare nuove esperienze e opportunità per le associazioni locali e per i giovani che cercano di aprirsi nuovi orizzonti e non conoscono le opportunità offerte dai programmi europei. Il mio progetto sta prendendo lentamente vita, in questa fase lavoro da volontario secondo i tempi richiesti.
Adesso cerco di fare entrare nella teste delle persone una visione più ampia dell'essere europeo, soprattutto in una fase in cui le risorse pubbliche di finanziamento sono ridotte all'osso, entrando a fare parte di un istituzione che non solo impone misure impopolari ma promuove la mobilità e, grazie al nuovo programma Erasmus+, permette anche ai gruppi informali di chiedere finanziamenti per progetti di mobilità giovanile. Vero valore aggiunto dei programmi sono i certificati per cercare lavoro in tutto lo spazio Europeo comune grazie allo youthpass: certificato di apprendimento non formale valido in tutti i paesi europei e l'opportunità di viaggiare liberamente tra vari paesi Europei senza preoccuparsi di pagare spese di permanenza e seguiti dell'inizio fino alla fine del viaggio.
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Sono un sognatore e mi piace l'idea di poter aprire nuovi orizzonti, la lezione più importante di questi anni passati in mobilità. Così la mia sfida per Bagheria sarà attivare un centro d'informazione e promozione di mobilità giovanile portando internazionalità, esperienze e competenze. Attivando progetti che potrebbero avere un grande impatto sul territorio portandoci a sprovincializzarci e metterci a confronto anche grazie all'inglese, materia ancora studiata teoricamente e mai veramente praticata, con i nostri vicini Europei desiderosi di conoscere la nostra cucina, la nostra cultura e il valore di essere siciliani aldilà del solito stereotipo del mafioso con coppola o dell'immigrato condannato ad emigrare per lavoro e quindi "uscire per riuscire".
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Fabio CIrello
Sono un linguasta moderno e precario contemporaneo. Scrittore (ri)creativo e apprendista falegname, facilitatore, volontario casalingo, e bohemien a tempo perso. Ho gli anni di Cristo ma non lo stesso carisma. Parlo tre lingue, compreso il Baarioto e mi piacciono le sfide.
Website: https://www.facebook.com/fabio.cirello